La ragazza di polvere by CONNELLY Michael

La ragazza di polvere by CONNELLY Michael

autore:CONNELLY Michael
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Edizioni PIEMME
pubblicato: 2007-11-07T23:00:00+00:00


LA VISTA PER VEDERE LA FEDE PER CREDERE IL CORAGGIO PER AGIRE

La Union Station era stata progettata per rispecchiare la città che serviva e il suo funzionamento. Era un melting pot di diversi stili architettonici: il coloniale ispanico, il missionario, il modernista, l’art déco, il sudoccidentale e il moresco spiccavano tra gli altri. Ma a differenza del resto della città, dove il calderone spesso feriva lo sguardo, gli stili della stazione ferroviaria si mescolavano con dolcezza in un qualcosa di unico, bello.

Bosch la amava per questo.

Attraverso le porte di vetro giunsero nell’atrio cavernoso, dove un passaggio ad arco alto tre piani conduceva nell’immensa sala d’attesa sul retro. Non appena Bosch vi entrò, si ricordò che non aveva l’abitudine di passeggiare in quel luogo solo per le sigarette, ma anche per rigenerarsi un po’. Andare alla Union Station era come recarsi in visita in chiesa, in una cattedrale dove si incontravano le armoniose ricerche architettoniche, la funzionalità e l’orgoglio civico. Le voci dei viaggiatori si innalzavano negli alti spazi vuoti della sala d' aspetto centrale e si tramutavano in un languido coro di sussurri.

«Amo questo posto» disse Rider. «Hai mai visto Blade Runner?»

Bosch annuì. L’aveva visto.

«Questa era la stazione di polizia, giusto?» domandò.

«Già.»

«E tu hai mai visto L'assoluzione?» chiese.

«No, era bello?»

«Sì, dovresti vederlo. Un altro punto di vista sulla Dalia Nera e la cospirazione del Dipartimento di Polizia di Los Angeles.»

Gemette.

«Grazie, ma non penso che sia quello di cui ho bisogno in questo momento.»

Presero due tazze di caffè all’Union Bagel, poi entrarono nella sala d’attesa, dove c’erano file di sedili di pelle marrone allineate come lussuose panchine.

Bosch alzò lo sguardo, come era sempre spinto a fare. Anche Rider guardò in su.

Si sedettero sui morbidi sedili imbottiti e posarono le tazze sugli ampi braccioli di legno.

«Sei pronto a parlarne adesso?» domandò Rider.

«Se sei pronta tu» rispose. «Cosa c’era nel file che hai visto nell’Archivio Speciale? Cosa c’era di tanto sinistro?»

«Intanto per cominciare, c’era Mackey.»

«Come sospetto del caso Verloren?»

«No, il file non aveva niente a che vedere con i Verloren. Il nome Verloren non è neppure comparso sullo schermo per tutto il tempo in cui ho scorso i documenti. Riguardava un’indagine che era stata avviata e insabbiata ancora prima che Rebecca Verloren rimanesse incinta, e tanto meno strappata dal suo letto nel cuore della notte.»

«Va bene, allora cosa ha a che fare con noi?»

«Forse niente, o forse tutto. Conosci il tizio con cui vive Mackey, William Burkhart?»

«Sì.»

«C’è anche lui. Solo che all’epoca era meglio conosciuto come Billy Blitzkrieg. Era il suo pseudonimo nella gang, gli Otto.»

«Okay.»

«Nel marzo del 1988 Billy Blitzkrieg finì dentro per un anno per aver compiuto atti vandalici in una sinagoga nella zona nord di Hollywood. Danneggiamenti, graffiti, feci e tutto il resto.»

«Il crimine d’odio. Fu l’unico a essere beccato?»

Rider annuì.

«Lo incastrarono grazie a una bomboletta spray trovata in un canale di scolo a circa un isolato dalla sinagoga. Così si costituì. Decise di confessare per evitare una condanna esemplare.»

Bosch annuì. Non voleva dire nulla che potesse interrompere il flusso del discorso.



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